giovedì 20 ottobre 2016

STEP 04 - I COLORI NEL MITO

Molti sono i poteri miracolosi attribuiti all'ametista in tutti i tipi di culture. Secondo alcune credenze avrebbe protetto dagli incantesimi, dalla grandine e dalle locuste, avrebbe portato fortuna in guerra e nella caccia, scacciato gli spiriti maligni e ispirato l'intelletto. 


Il nome dal latino amethystus, derivato dal greco ἀμέϑυστος significa "contrario all'ubriachezza"; si pensava, infatti, che la pietra proteggesse dagli effetti inebrianti del vino. I greci e i romani ritenevano l'ametista un ottimo rimedio contro gli effetti dell'alcool; secondo la tradizione bevevano acqua da calici di ametista facendo credere ai commensali che fosse vino, così gli ospiti finivano per ubriacarsi a differenza del padrone di casa che rimaneva sobrio. 


Una leggenda mitologica spiega che Ametista era una ninfa dei boschi di cui Bacco, il dio del vino, si era invaghito; ma la fanciulla, per sfuggire allo sgradito corteggiamento, si rivolse a Diana, che la trasformò in un limpido cristallo. Adirato, Bacco vi rovesciò addosso la sua coppa colma di vino, conferendogli così il suo colore violaceo, insieme al potere di proteggere dall'ubriachezza chi indossasse la gemma.




Un'altra leggenda racconta che Dionisio, ubriaco, dopo essere stato ignorato da un umano di passaggio, giurò di vendicarsi sul primo sventurato che avesse incontrato. In quel momento passò Ametista, giovane e bellissima fanciulla devota ad Artemide, verso cui Dionisio sguinzagliò due tigri fameliche. Alle grida di Ametista, di colpo Artemide la trasformò in una statua di quarzo, sottraendola così al pericolo. Dionisio in preda ai rimorsi pianse versando lacrime di dolore nella sua coppa di vino, che si rovesciò sulla statua creando così la gemma purpurea.


Plinio il Vecchio (23-79 d. C.), disse che se il nome della luna o del sole venisse inciso su un'ametista appesa al collo di un babbuino, sarebbe un amuleto contro la stregoneria e un talismano per coloro che presentano suppliche ai principi.

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